L'arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana - svolta singolarmente o collettivamente - che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza. Nella sua accezione odierna, l'arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni, per cui le espressioni artistiche, pur puntando a trasmettere "messaggi", non costituiscono un vero e proprio linguaggio, in quanto non hanno un codice inequivocabile condiviso tra tutti i fruitori, ma al contrario vengono interpretate soggettivamente. Alcuni filosofi e studiosi di semantica sostengono però che esista un linguaggio oggettivo che prescinda dalle epoche e dagli stili e che dovrebbe essere codificato per poter essere compreso da tutti, pur se gli sforzi per dimostrare questa affermazione sono finora stati infruttuosi.
Nel suo significato più sublime l'Arte comprende ogni attività umana creativa di espressione estetica, priva di uno o più di quei pregiudizi da parte dell'artista che compie l'opera (o del gruppo di artisti) rispetto alla sua situazione sociale, morale, culturale, etica e religiosa che le masse del suo tempo stanno invece subendo. L'Arte indica l'espressione estetica della propria interiorità. In questo senso non v'è concetto di bellezza.
L'arte può essere considerata anche sotto l'aspetto di una professione di antica tradizione svolta nell'osservanza di alcuni canoni codificati nel tempo. In questo senso, le professioni artigianali - quelle cioè che afferiscono all'artigianato - discendono spesso dal Medioevo, quando furono in qualche modo sviluppate come attività specializzate e gli esercenti arti e mestieri vennero riuniti nelle corporazioni. Ogni arte aveva una propria tradizione, i cui concetti fondamentali venivano racchiusi nella regola dell'arte, cui ogni artiere doveva conformarsi.
Ma che cos’è l’arte e perché è stata inventata?
L’arte è tutto ciò che è bello. La vera Arte è capace di coinvolgere emotivamente chi la osserva. È stata creata per un semplice motivo, secondo me, perché esprime le proprie emozioni e i propri senti-menti,
l'arte ha anche un rapporto con la vita cioè per chi è appassionato è una fonde di ispirazione e felicità, L'Italia siamo riconosciuti come lo stato con le più belle opere d'arte.
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martedì 20 dicembre 2011
martedì 29 novembre 2011
![](http://www.museopelagalli.com/images/Storia_fonografia.gif)
I numerosi ed affascinanti pezzi esposti in questo settore museale raccontano la storia dell’invenzione della fonografia (1877 c.a.) che, precedendo pure di pochi anni il cinema dei F.lli Lumiere e la Radiotelegrafia e Radiofonia di Marconi, fu considerato il primo “miracolo tecnico” che stupì il mondo: immortalare e tramandare ai posteri la voce umana! Thomas Alva Edison fu l’artefice di questa invenzione, da considerarsi la bisnonna dei moderni compact disc e la nonna del “vinile” o “disco microsolco” degli anni ’50 ’60. Tra i numerosi pezzi che i visitatori potranno ammirare esposti in questo settore del museo, citiamo ad esempio il TIN FOIL di Edison (1877) con la voce incisa su un cilindro di carta stagnola, fonografi e dittafoni a rullo di cera, grammofoni a disco con stupende trombe in metallo, in cristallo, in legno, intagliate, multicolori ecc. Il fonografo è uno dei primissimi strumenti pensati per poter registrare e riprodurre il suono, progettato da Thomas Edison,Circa trent'anni dopo l'invenzione del telegrafo, Edison era riuscito nel 1877 a realizzare un ripetitore telegrafico in grado di incidere i punti e le linee del codice morse, su un disco, disegnando una traccia a spirale con una piccola punta, in modo che uno stesso messaggio potesse essere ripetuto più volte senza l'intervento dell'operatore. Il 17 luglio dello stesso anno egli si accorse che se il disco ruotava ad una velocità sufficientemente alta, la puntina emetteva vibrazioni che ricordavano il timbro della voce umana. Fu l'idea che fece accendere nell'inventore il desiderio di applicare un principio simile per poter registrare la voce umana.In precedenza già Édouard-Léon Scott de Martinville era riuscito a registrare la voce umana su fogli di carta anneriti fin dal 9 aprile 1860, anche se altre registrazioni dello stesso è probabile risalissero al 1853. Ma si trattava di uno strumento (formato da un corno e uno stilo) in grado solo di registrare ma non di riprodurre: forse ideato con il solo scopo di archiviazione.
martedì 22 novembre 2011
IL PRE-JAZZ
A partire dal be-bop degli anni '40 e '50 una sequenza di esempi guideranno l'ascoltatore attraverso l'evoluzione del jazz: l'influenza della musica latino-americana, con particolare riferimento alla musica cubana e alla bossa nova brasiliana, l'attrazione della musica nera e del rhythm & blues e l'invasione del rock con la nascita della "fusion", etichetta molto generica che comprende forme anche molto lontane dalla natura del jazz.
I brani scelti spaziano da grandi classici dello swing come All Of Me, resa celebre da Frank Sinatra, a veloci brani bop tra cui Au Privave di Charlie Parker, da successi della bossa nova (Girl From Ipanema e How Insensitive di Antonio Carlos Jobim) a raffinati e moderni brani latin-jazz (, da famosi brani soul a brani fusion dal repertorio del chitarrista Pat Metheny.
Una sorta di mini percorso è dedicato al blues, una forma molto semplice che nel jazz funge da base per interpretazioni molto personali, caratteristiche delle varie epoche.
Oggi definire cos'è il jazz è molto difficile, sia per le caratteristiche da sempre mutevoli di questo genere sia perché, come da sempre nella sua storia, si presta ad assimilare nuove idee da altri generi musicali. Più che cercare di etichettare e classificare ogni brano, questo progetto si propone di mostrare la continua evoluzione di questo genere, e la facilità con la quale il jazz può influenzare altri generi musicali ad esso non pertinenti.
A partire dal be-bop degli anni '40 e '50 una sequenza di esempi guideranno l'ascoltatore attraverso l'evoluzione del jazz: l'influenza della musica latino-americana, con particolare riferimento alla musica cubana e alla bossa nova brasiliana, l'attrazione della musica nera e del rhythm & blues e l'invasione del rock con la nascita della "fusion", etichetta molto generica che comprende forme anche molto lontane dalla natura del jazz.
I brani scelti spaziano da grandi classici dello swing come All Of Me, resa celebre da Frank Sinatra, a veloci brani bop tra cui Au Privave di Charlie Parker, da successi della bossa nova (Girl From Ipanema e How Insensitive di Antonio Carlos Jobim) a raffinati e moderni brani latin-jazz (, da famosi brani soul a brani fusion dal repertorio del chitarrista Pat Metheny.
Una sorta di mini percorso è dedicato al blues, una forma molto semplice che nel jazz funge da base per interpretazioni molto personali, caratteristiche delle varie epoche.
Oggi definire cos'è il jazz è molto difficile, sia per le caratteristiche da sempre mutevoli di questo genere sia perché, come da sempre nella sua storia, si presta ad assimilare nuove idee da altri generi musicali. Più che cercare di etichettare e classificare ogni brano, questo progetto si propone di mostrare la continua evoluzione di questo genere, e la facilità con la quale il jazz può influenzare altri generi musicali ad esso non pertinenti.
martedì 15 novembre 2011
Gli anni di New Orleans: nascita di un genere
Nonostante esistano diverse tesi sulla nascita e sulle relazioni che legano il jazz delle origini a diversi generi musicali diffusi in diverse parti degli Stati Uniti, è un fatto generalmente accettato che la città manifesto del jazz sia New Orleans, città della Louisiana e grande porto fluviale sul delta del Mississippi, nei primi anni del 1900.
Lo stile musicale che si sviluppò in questa città nasceva dall'incontro tra culture differenti: immigrati inglesi, spagnoli, francesi venivano a contatto con gli schiavi africani e con i creoli[7], già inseriti nella società francese. Non a caso, il suono originario di New Orleans ha diversi punti in comune con gli stili delle marce militari bandistiche (si noti ad esempio la grande assonanza e la possibilità di interazione tra "Tiger Rag" e "La Marsigliese").
La tradizione vuole che una parte importante fosse giocata dai musicisti formatisi nelle "second line" delle bande che suonavano ai funerali. Durante il viaggio verso il cimitero, la banda "ufficiale" suonava una marcia funebre; dopo la sepoltura, il repertorio diventava considerevolmente più allegro, e la second line, in cui poteva partecipare praticamente chiunque avesse uno strumento e si sentisse di suonarlo in pubblico, si scatenava in una musica estemporanea che avrebbe dato origine alla musica poi chiamata jazz. A fenomeni simili si assisteva durante una tipica kermesse di New Orleans la parata del "Mardi Gras" che inaugura tuttora l'apertura del carnevale.[8]
Fu dunque in questo clima magmatico che nacquero le prime formazioni che suonavano la musica che sarebbe stata chiamata "jass" e poco dopo "jazz". Il primo musicista ad essere indicato come musicista jazz e a cui è spesso attribuito il titolo di "padre del jazz" è Buddy Bolden, che - internato in manicomio nel 1907 - morì nel 1931 senza lasciare registrazioni e poco prima che si iniziasse a riconoscere il suo ruolo pionieristico. Si sa però che un suo gruppo godeva di una certa fama a New Orleans nel 1904; nel 1906 il pianista Jelly Roll Morton - che in seguito avrebbe reclamato per sé la paternità del nuovo genere musicale, dichiarando di averlo inventato nel 1902 - compose il brano "King Porter Stomp", che fu uno dei primi brani jazz a godere di vasta notorietà. Negli anni seguenti, a New Orleans furono create molte formazioni che si dedicarono alla nuova musica: una delle preminenti fu quella capeggiata dal trombettista Joe "King" Oliver, che era chiamato il re ("King") della tromba almeno dal 1915 (come testimoniano manifesti d'epoca). La parola jazz venne stampata da un quotidiano, per la prima volta, nel 1913.
Lo stile musicale che si sviluppò in questa città nasceva dall'incontro tra culture differenti: immigrati inglesi, spagnoli, francesi venivano a contatto con gli schiavi africani e con i creoli[7], già inseriti nella società francese. Non a caso, il suono originario di New Orleans ha diversi punti in comune con gli stili delle marce militari bandistiche (si noti ad esempio la grande assonanza e la possibilità di interazione tra "Tiger Rag" e "La Marsigliese").
La tradizione vuole che una parte importante fosse giocata dai musicisti formatisi nelle "second line" delle bande che suonavano ai funerali. Durante il viaggio verso il cimitero, la banda "ufficiale" suonava una marcia funebre; dopo la sepoltura, il repertorio diventava considerevolmente più allegro, e la second line, in cui poteva partecipare praticamente chiunque avesse uno strumento e si sentisse di suonarlo in pubblico, si scatenava in una musica estemporanea che avrebbe dato origine alla musica poi chiamata jazz. A fenomeni simili si assisteva durante una tipica kermesse di New Orleans la parata del "Mardi Gras" che inaugura tuttora l'apertura del carnevale.[8]
Fu dunque in questo clima magmatico che nacquero le prime formazioni che suonavano la musica che sarebbe stata chiamata "jass" e poco dopo "jazz". Il primo musicista ad essere indicato come musicista jazz e a cui è spesso attribuito il titolo di "padre del jazz" è Buddy Bolden, che - internato in manicomio nel 1907 - morì nel 1931 senza lasciare registrazioni e poco prima che si iniziasse a riconoscere il suo ruolo pionieristico. Si sa però che un suo gruppo godeva di una certa fama a New Orleans nel 1904; nel 1906 il pianista Jelly Roll Morton - che in seguito avrebbe reclamato per sé la paternità del nuovo genere musicale, dichiarando di averlo inventato nel 1902 - compose il brano "King Porter Stomp", che fu uno dei primi brani jazz a godere di vasta notorietà. Negli anni seguenti, a New Orleans furono create molte formazioni che si dedicarono alla nuova musica: una delle preminenti fu quella capeggiata dal trombettista Joe "King" Oliver, che era chiamato il re ("King") della tromba almeno dal 1915 (come testimoniano manifesti d'epoca). La parola jazz venne stampata da un quotidiano, per la prima volta, nel 1913.
le sue origini
La storia del jazz, come quella di molti altri generi musicali popolari, soprattutto quelli che affondano le loro radici nella tradizione degli schiavi afroamericani (primo fra tutti il blues), è assai povera di documenti e riferimenti, in special modo per quanto riguarda le origini e i primi anni.
Le prime fonti orali sulla nascita del jazz a New Orleans risalgono ai primi anni del XX secolo mentre le prime fonti scritte al decennio successivo. il jazz fu creato dagli africani deportati negli Stati Uniti e schiavizzati, che cantavano per alleggerire il lavoro. Il genere si sviluppò in modo esponenziale tra il 1915 e il 1940, diventando la musica da ballo dominante tra il 1930 e il 1940, anni in cui i brani delle big band si trovavano regolarmente ai primi posti delle classifiche. A questo periodo seguirono diversi decenni in cui il jazz si caratterizzò in maniera crescente come una musica d'arte, tipicamente afroamericana. Nel frattempo il pubblico statunitense del jazz si assottigliò, mentre la musica destava un crescente interesse in Europa e nel resto del mondo.
Questa tendenza, iniziata col movimento bebop nel 1945, raggiunse l'apice negli anni sessanta con il movimento free jazz, che mirava all'emancipazione totale del musicista.
Seguì un periodo di involuzione e di marginalizzazione che terminò negli anni ottanta, durante i quali una generazione di giovani musicisti infuse nuova vita perseguendo diverse tendenze anche in assenza di uno stile dominante: nacquero così diverse scuole di jazz europeo, uno stile main stream, che faceva riferimento al periodo postboppistico degli anni cinquanta, e diverse contaminazioni che proseguivano l'esperienza fusion arrivando ad uno stile che viene detto acid jazz o che guardavano con interesse a tradizioni musicali etniche in direzione della world music.
Anche l'industria discografica tornò ad interessarsi delle sonorità del jazz - se non della sua estetica - promuovendo vari artisti specialisti di smooth jazz, un tipo di jazz estremamente alleggerito.
La musica jazz rappresenta oggi circa il 3% della produzione musicale nordamericana, ma ha seguaci in tutto il mondo.
Molti sono gli antenati del jazz: reminiscenze della musica africana, canti e richiami di lavoro, canti religiosi spiritual delle chiese protestanti, canto blues degli afroamericani, ragtime pianistico di derivazione euro-americana, musica europea per banda militare e perfino echi dell'opera lirica sono i più importanti elementi che hanno contribuito a questa fortunata e geniale sintesi artistica.
Le radici del jazz affondano nella cultura musicale africana della vita di tutti i giorni degli schiavi neri (sebbene molto contaminata dalle culture europee, soprattutto Inglesi e Francesi, dominanti nel sud degli Stati Uniti). Queste persone avevano con sé una tradizione che esprimevano mentre lavoravano (i cosiddetti "field hollers" e "work song"), mentre pregavano (gli "spiritual", che negli anni trenta del XX secolo avrebbero dato origine al "gospel") e durante il loro tempo libero. Già nel 1819 l'architetto Benjamin LaTrobe lasciò testimonianze scritte e disegni di feste di schiavi che si riunivano in Congo Square,[1] una piazza della città, per ballare e suonare usando strumenti e musiche improvvisate.
Nel corso del XIX secolo e soprattutto nella seconda metà, le tradizioni musicali afroamericane iniziarono a trovare eco in spettacoli d'intrattenimento, attraverso varie forme di rappresentazione, delle quali forse le più famose erano i "Minstrel show" che in una cornice carica di stereotipi razziali rappresentavano personaggi tipo dell'afroamericano[6]. Le musiche di scena di questi spettacoli erano rielaborazioni di musiche afroamericane (o presunte tali).
Da questo substrato musicale emerse, alla fine del 1800, un canto individuale che venne chiamato blues e che ebbe una vasta diffusione, anche attraverso i nascenti canali commerciali, tra la popolazione afroamericana. La combinazione armonica e melodica che si trova nel blues non ha riscontro nella musica occidentale (eccetto almeno una ballata irlandese risalente al 1600 che ha struttura in 12 battute e giro armonico tipico del blues più arcaico e tradizionale) e si ritrova nel jazz fino dalle origini.
Le prime fonti orali sulla nascita del jazz a New Orleans risalgono ai primi anni del XX secolo mentre le prime fonti scritte al decennio successivo. il jazz fu creato dagli africani deportati negli Stati Uniti e schiavizzati, che cantavano per alleggerire il lavoro. Il genere si sviluppò in modo esponenziale tra il 1915 e il 1940, diventando la musica da ballo dominante tra il 1930 e il 1940, anni in cui i brani delle big band si trovavano regolarmente ai primi posti delle classifiche. A questo periodo seguirono diversi decenni in cui il jazz si caratterizzò in maniera crescente come una musica d'arte, tipicamente afroamericana. Nel frattempo il pubblico statunitense del jazz si assottigliò, mentre la musica destava un crescente interesse in Europa e nel resto del mondo.
Questa tendenza, iniziata col movimento bebop nel 1945, raggiunse l'apice negli anni sessanta con il movimento free jazz, che mirava all'emancipazione totale del musicista.
Seguì un periodo di involuzione e di marginalizzazione che terminò negli anni ottanta, durante i quali una generazione di giovani musicisti infuse nuova vita perseguendo diverse tendenze anche in assenza di uno stile dominante: nacquero così diverse scuole di jazz europeo, uno stile main stream, che faceva riferimento al periodo postboppistico degli anni cinquanta, e diverse contaminazioni che proseguivano l'esperienza fusion arrivando ad uno stile che viene detto acid jazz o che guardavano con interesse a tradizioni musicali etniche in direzione della world music.
Anche l'industria discografica tornò ad interessarsi delle sonorità del jazz - se non della sua estetica - promuovendo vari artisti specialisti di smooth jazz, un tipo di jazz estremamente alleggerito.
La musica jazz rappresenta oggi circa il 3% della produzione musicale nordamericana, ma ha seguaci in tutto il mondo.
Molti sono gli antenati del jazz: reminiscenze della musica africana, canti e richiami di lavoro, canti religiosi spiritual delle chiese protestanti, canto blues degli afroamericani, ragtime pianistico di derivazione euro-americana, musica europea per banda militare e perfino echi dell'opera lirica sono i più importanti elementi che hanno contribuito a questa fortunata e geniale sintesi artistica.
Le radici del jazz affondano nella cultura musicale africana della vita di tutti i giorni degli schiavi neri (sebbene molto contaminata dalle culture europee, soprattutto Inglesi e Francesi, dominanti nel sud degli Stati Uniti). Queste persone avevano con sé una tradizione che esprimevano mentre lavoravano (i cosiddetti "field hollers" e "work song"), mentre pregavano (gli "spiritual", che negli anni trenta del XX secolo avrebbero dato origine al "gospel") e durante il loro tempo libero. Già nel 1819 l'architetto Benjamin LaTrobe lasciò testimonianze scritte e disegni di feste di schiavi che si riunivano in Congo Square,[1] una piazza della città, per ballare e suonare usando strumenti e musiche improvvisate.
Nel corso del XIX secolo e soprattutto nella seconda metà, le tradizioni musicali afroamericane iniziarono a trovare eco in spettacoli d'intrattenimento, attraverso varie forme di rappresentazione, delle quali forse le più famose erano i "Minstrel show" che in una cornice carica di stereotipi razziali rappresentavano personaggi tipo dell'afroamericano[6]. Le musiche di scena di questi spettacoli erano rielaborazioni di musiche afroamericane (o presunte tali).
Da questo substrato musicale emerse, alla fine del 1800, un canto individuale che venne chiamato blues e che ebbe una vasta diffusione, anche attraverso i nascenti canali commerciali, tra la popolazione afroamericana. La combinazione armonica e melodica che si trova nel blues non ha riscontro nella musica occidentale (eccetto almeno una ballata irlandese risalente al 1600 che ha struttura in 12 battute e giro armonico tipico del blues più arcaico e tradizionale) e si ritrova nel jazz fino dalle origini.
martedì 25 ottobre 2011
la musica indiana
Le origini della musica classica indiana sono tracciate a partire dal più antico libro di sacre scritture della tradizione indù, i Veda. Il Samaveda, uno dei quattro Veda, tratta a lungo di questo tema. tema primario della musica indostana è la Lila. La musica carnatica è basata sempre sul concetto di raga come la musica del nord, ma differisce poiché le due sono evolute diversamente. Enfatizza le qualità vocali piuttosto che quelle degli strumenti. Temi primari sono Devi e Rama che descrivono i canti dei templi e patriottici. Purandara Dasa (1480 - 1564) è noto come il padre della musica carnatica. Tyagaraja (1759 - 1847), Muthuswami Dikshitar (1776 - 1827) e Syama Sastri (1762 - 1827) sono detti la trinità della musica carnatica. Fra le star viventi e più popolari di questo tipo di musica si ricordano D. K. Pattammal, Mangalampalli Balamuralikrishna, K. J. Yesudas, T. Sankaranarayanan e Madurai T N Seshagopalan. M. S. Subbulakshmi è stata una delle più importanti cantanti di musica carnatica. M L Vasanthakumari, G N Balasubramaniam, il Dott. S. Ramanathan, Chembai Vaidyanatha Bhagavatar, Vidwan e Gopala Pillai sono considerati i massimi interpreti dell'ultimo secolo.
La musica giapponese
il panorama musicale popular del Giappone moderno comprende una larga schiera di cantanti, i cui interessi variano dal rock giapponese alla salsa giapponese, dal tango giapponese al country giapponese. Il karaoke, la ben nota forma di spettacolo dilettantistico di canto su di una base musicale che si svolge nei bar e nelle piccole discoteche, trova la sua origine proprio in Giappone. Fuori dal Giappone si ha una opinione particolare della musica popular giapponese: essa è considerata una sorta di bubblegum pop, composto da canzoni con un miscuglio di testi in giapponese e di ritornelli in un inglese incomprensibile. Le pop star di questo genere musicale (aidoru kashu in giapponese), generalmente giovani attraenti, formano band di ragazzi e gruppi di ragazze. Il compositore di canzoni John Clewley ha descritto la produzione dei riferimenti urbani agli stili popolari del kayokyoku e dell'enka, dalla musica classica occidentale al jazz e ad ogni forma di musica pop occidentale.
La musica tradizionale giapponese (hōgaku) è sempre stata collegata ai rituali, alla letteratura ed alla danza del Paese. La musica per il teatro è un settore molto rilevante nella tradizione giapponese. La musicologa Isabel Wong attribuisce all' "amore dei giapponesi per la narrazione il rituale della loro musica classica" e sostiene che i giapponesi sarebbero molto più attenti alle parole che alla musica.
In Giappone esistono innumerevoli generi di musica classica come lo shōmyō , la musica buddista salmodiata, e il gagaku (genere musicale) , genere di musica orchestrale, di corte entrambe risalenti ai periodi Nara e Heian. Tra i generi successivi, va ricordato il sankyoku, per shamisen, koto e shakuhachi, codificatosi nel periodo Edo.
Il gagaku viene eseguita alla corte imperiale sin dal periodo Heian. Il tōgaku e ilkomagaku sono musiche originarie della dinastia cinese Tang e della Corea. In altri termini la musica di quel periodo si suddivide in kangen (musica strumentale) e bugaku (danze accompagnate da gagaku). Kagurauta, azumaasobi eyamatouta sono musiche relative a repertori indigeni.
Originarie dei primi anni del XIII secolo sono gli honkyoku ("pezzi originali"). Questi erano composizioni solistiche come gli shakuhachi pezzi suonati da mendicanti, seguaci della setta Fuke (monaci appartenenti a una setta dello Zen) e monaci Zen. I monaci fuke, detti komusō ("monaci del Nulla"), suonavano il honkyoku per chiedere l'elemosina. La setta fuke cessò di esistere nel XIX secolo, ma alcune trascrizioni dei loro honkyoku vengono ancora eseguiti nei concerti di musica classica giapponese.
sabato 17 settembre 2011
la danza orientale
La danza orientale o ' è una danza originaria del Medio-Oriente e dei paesi arabi, eseguita soprattutto, ma non esclusivamente, dalle donne. È considerata come una delle più antiche danze del mondo[senza fonte], soprattutto nei Paesi del Medio-Oriente e del Maghreb, come Algeria,Tunisia, Libano, Irak, Turchia, Marocco, Egitto.
Si pensa che l'origine di questa danza si trovi nei riti di fertilità[senza fonte], associata sia alla religione che all'esoterismo. In senso stretto, il termine indica la danza classica orientale che si è sviluppata nelle corti principesche del Medio-Oriente. In un senso più vasto, può indicare tutte le forme che si conoscono al giorno d'oggi.
Durante la Campagna d'Egitto di Napoleone, i soldati francesi vennero a contatto con questa danza: provenendo da una società relativamente puritana, il corpo scoperto delle danzatrici veniva percepito come un potente afrodisiaco. Nell'Inghilterra all'epoca questa danza era considerata azione del demonio: il sinuoso ancheggiare del bacino delle danzatrici venne erroneamente associato come invito allaprostituzione. È da questo motivo, ancora oggi associato alla danza, che dipende il termine "danza del ventre
![](http://www.soqquadro.org/Public/avatar/Farah/2010104112326_danza_orientale.jpg)
![](http://www.soqquadro.org/Public/avatar/Farah/2010104112326_danza_orientale.jpg)
musica cinese
La musica cinese, ritenuta di origine divina e strettamente connessa alla cosmologia e all'astrologia, durante la dinastia Zhou (1122 a.C.-256 a.C.) aveva un ruolo importante all'interno delle complesse situazioni rituali cinesi: associata alla danza, essa accompagnava i cerimoniali religiosi collegati alla natura e alle tappe fondamentali della vita umana, inoltre si credeva che in cina la musica avesse un ruolo formativoper lo spirito.Si riconosceva alla musica la capacità di agire sull'individuo condizionandone i comportamenti in senso positivo o negativo; il filosofo Confucio(551-479 a.C.) espresse opinioni molto simili a quelle che, nel V secolo a.C., il greco Damone divulgava ad Atene, soprattutto riguardo alla necessità di un attento controllo statale sulla diffusione dei repertor.
![](http://static.guide.supereva.it/guide/cina/guzheng-strumento-tradizionale-cinese/08032420041057.jpg)
![](http://static.guide.supereva.it/guide/cina/guzheng-strumento-tradizionale-cinese/08032420041057.jpg)
![](http://web.mclink.it/MH0077/ArtedelleMuse/muse%201/images/strumenti%20cinesi%201.jpg)
martedì 7 giugno 2011
MESSI
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEwMFPRt78r8J7BW2IlnBpcY85G_Oiqc-dNjT68UPlzAKOF47eWgOA0bG0MbllXhkniGgSKJRgaBgz9K-OuE-ALCOEydAbsyCEWyF80nkAUAiTxhT9zDDCjE_vZgwqc9XGXZ4O9pqLGmA/s1600/lionel-messi-2011-1-10-14-30-28.jpg)
Lionel Andrés Messi, noto anche con il diminutivo Leo o la pulga (in italiano "la pulce") nasce a Rosario, il 24 giugno 1987), è un calciatore argentino, attaccante del Barcellona e della Nazionale argentina.
Lionel Messi è di lontane origini italiane, essendo il suo trisavolo Angelo Messi emigrato da Recanati a Rosario nel 1883.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Lionel Andrés Messi, noto anche con il diminutivo Leo o la pulga (in italiano "la pulce") (Rosario, 24 giugno 1987), è un calciatore argentino, attaccante del Barcellona e della Nazionale argentina.
Lionel Messi è di lontane origini italiane, essendo il suo trisavolo Angelo Messi emigrato da Recanati a Rosario nel 1883.[2][3]
Nel 2009 con la maglia del Barcellona ha centrato il triplete, ed è stato eletto miglior attaccante e miglior giocatore della Champions League, il 1º dicembre ha vinto il Pallone d'oro 2009 con un distacco record sul secondo classificato Cristiano Ronaldo. Conquista il FIFA World Player nel 2009, dopo essere arrivato secondo nella classifica nel 2008 e nel 2007, al termine di una trionfale stagione con il Barcellona che si conclude con la vittoria di sei trofei, tra cui la Champions League 2008-2009 ed il Mondiale per club 2009.
Il 10 gennaio 2011 vince per la seconda volta il FIFA Pallone d'oro, precedendo i compagni Iniesta e Xavi
martedì 17 maggio 2011
Italiano
La Poesia:
![La Divina Commedia](http://www.mediasoft.it/dante/images/dantitle.jpg)
Dante Alighieri era un grande scrittore del 1200, egli è nato a Firenze ed è morto a revenna nel 1321
![La Divina Commedia](http://www.mediasoft.it/dante/images/dantitle.jpg)
![La Divina Commedia](http://www.mediasoft.it/dante/images/dante3.jpg)
martedì 10 maggio 2011
IL CROSS
![](http://www.nextmoto.it/img/TreyCanard_Honda2011.jpg)
Le prime apparizioni del cross si sono avute in Inghilterra con gare chiamate "scrambles" derivate dal trial, anch'esso molto popolare in Gran Bretagna. La prima gara di scramble di cui ci è pervenuta notizia si tenne a Camberley, nel Surrey nel 1924. I motociclisti europei importarono sul continente questo tipo di gare, apportando modifiche come l'accorciamento della pista e l'aumento del numero di giri oltre all'aggiunta di alcuni ostacoli artificiali come i salti.
Le moto per le gare individuali hanno una cilindrata compresa tra i 50 e i 550 cm³. Nei primi anni del motocross la classe 500 era considerata la "classe regina". Comunque, con l'evoluzione tecnologica nella "classe Open", sempre meno piloti erano in grado di contenere l'esuberante potenza dei monocilindrici 2 tempi e portarli al limite. le 250 divennero quindi più maneggevoli e più veloci e quindi la loro categoria divenne la "premier class".
http://youtu.be/hpkUbMK_53Y
martedì 19 aprile 2011
tutti al'opera
IL TEATRO MUSICALE
quando assistiamo a un'opera lirica la storia ci viene narrata dal canto con il sostegno dell'orchestra.ma il centro dell'attenzione ci sono i personaggi,i cantanti vari.ed esprimono la situazione della scena.
IL RUOLI VOCALI
al momento di creare un opera il compositore distribuscie le parti a ogni protagonista.
-se bisogna interpetrare un donna si usa una VOCE ACUTA.
-se si trata di una voce giovanile si userà una voce come il TENORE.
- la voce più "bassa" è quella del basso
-se si interpetra un cattivo si usa un VOCE BARITRONA.
-per interpetrare una voce rivale si il MEZZOSOPRANO.
-per i protagonisti maturi e misteriosi si usa il CONTRALTO.
quando assistiamo a un'opera lirica la storia ci viene narrata dal canto con il sostegno dell'orchestra.ma il centro dell'attenzione ci sono i personaggi,i cantanti vari.ed esprimono la situazione della scena.
IL RUOLI VOCALI
al momento di creare un opera il compositore distribuscie le parti a ogni protagonista.
-se bisogna interpetrare un donna si usa una VOCE ACUTA.
-se si trata di una voce giovanile si userà una voce come il TENORE.
- la voce più "bassa" è quella del basso
-se si interpetra un cattivo si usa un VOCE BARITRONA.
-per interpetrare una voce rivale si il MEZZOSOPRANO.
-per i protagonisti maturi e misteriosi si usa il CONTRALTO.
martedì 22 marzo 2011
La Lirica
la poesia lirica era quella che si differenziava dalla poesia recitativa per il ricorso al canto o all'accompagnamento di strumenti a corde.Gli elementi che costituiscono la poesia lirica si possono dividere essenzialmente in tre gruppi:gli aspetti strutturali, che comprendono il verso, la rima, la strofa, il ritmo e lo schema metrico; gli aspetti lessicali e sintattici, che comprendono la scelta delle parole e il loro ordine, e le figure retoriche, come la similitudine, la metafora, l’allitterazione, l’onomatopea, la sinestesia e la metonimia.
I più importanti sono il verso, la rima, la strofa, il ritmo e lo schema metrico,spesso il poeta, per dare alla sua poesia un determinato ritmo, usa l’artifizio della rima. La rima è un'uguaglianza di suono di fine verso o all’interno del verso stesso, dall’ultima sillaba accentata in poi. Solitamente, alla fine di ogni verso si mettono delle lettere: uguaglianza di lettera significa presenza della rima
I più importanti sono il verso, la rima, la strofa, il ritmo e lo schema metrico,spesso il poeta, per dare alla sua poesia un determinato ritmo, usa l’artifizio della rima. La rima è un'uguaglianza di suono di fine verso o all’interno del verso stesso, dall’ultima sillaba accentata in poi. Solitamente, alla fine di ogni verso si mettono delle lettere: uguaglianza di lettera significa presenza della rima
RAPPORTO TRA MUSICA E IMMAGINI
La musica può suggerire non solo delle immagini: nelle caserme, ad esempio, la ritirata viene annunciata da un particolare suono di tromba, ma anche i fruscii e i galoppi possono essere evocati dalla musica, pensate al Guglielmo Tell. Quando ero giovane ho composto numerose colonne sonore per i film, ho lavorato in Francia con René Clair ed ho conosciuto Jean Cocteau. Quest'ultimo mi diceva sempre che per i suoi film chiedeva ai compositori di scrivere semplicemente qualcosa: poi lui mescolava il tutto, lo mischiava a caso. Talvolta questo "caso" dava dei risultati migliori di una corrispondenza calcolata. Ciò che conta è soprattutto il fiuto, l'intuizione. Può capitare che un galoppo venga accostato ad una marcia funebre e che una marcia funebre venga accostata ad un matrimonio. Se sotto la scena di uno sposalizio un regista decide di mettere una marcia funebre invece che una marcia nuziale, tale accostamento può essere inteso come un oscuro presagio e suggerire il successivo sviluppo degli eventi. È tutto molto interessante perché il ventaglio delle opportunità può essere infinito.
martedì 15 marzo 2011
MUSICA E PUBBLICITA’
La musica può assolvere diverse funzioni quando viene utilizzato nella pubblicità. David Huron sceglie quindi sei categorie in cui "la musica può servire la promozione obiettivi generali in una o più delle varie capacità." [1] Per lo più l'uso della musica non solo è previsto dalla uno dei seguenti attributi, ma sono interdipendenti e interconnessi tra di loro. The categories he claims are described as follows. [ 2 ] also music can show the ways of life and different types of culture and ways of life and communication . Le categorie egli sostiene sono descritti come segue. [2], anche la musica può mostrare i modi di vita e diversi tipi di cultura e modi di vita e di comunicazione . Musica in pubblicità significa integrare in musica (massa), dei media elettronici pubblicità al fine di accrescere il suo successo. Music for this purpose provides different characteristics which makes it especially interesting for usage in advertisements. Musica a tal fine fornisce diverse caratteristiche che lo rende particolarmente interessante per l'utilizzo in pubblicità.
Il rapporto tra musica e cinema
La musica per film dovrebbe lampeggiare e scintillare. Dovrebbe scorrere quasi così rapidamente, da accompagnare l'ascolto fugace trascinato via dall'immagine, senza rimanere indietro con sé stessa. I colori musicali si lasciano percepire più rapidamente e con minor sforzo che non le armonie, purché non obbediscano allo schema tonale e, in quanto specifiche, non vengano in senso proprio registrate. Ed è nel contempo questo lampeggiare e questo cangiare che si riconcilia più rapidamente con la tecnicizzazione. Nella sua attitudine a sparire subito, la musica riprende tuttavia l'esigenza in cui consiste il suo inevitabile peccato cardinale nel cinema: l'esigenza di esserci.
La musica per film dovrebbe lampeggiare e scintillare. Dovrebbe scorrere quasi così rapidamente, da accompagnare l'ascolto fugace trascinato via dall'immagine, senza rimanere indietro con sé stessa. I colori musicali si lasciano percepire più rapidamente e con minor sforzo che non le armonie, purché non obbediscano allo schema tonale e, in quanto specifiche, non vengano in senso proprio registrate. Ed è nel contempo questo lampeggiare e questo cangiare che si riconcilia più rapidamente con la tecnicizzazione. Nella sua attitudine a sparire subito, la musica riprende tuttavia l'esigenza in cui consiste il suo inevitabile peccato cardinale nel cinema: l'esigenza di esserci.
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