Nonostante esistano diverse tesi sulla nascita e sulle relazioni che legano il jazz delle origini a diversi generi musicali diffusi in diverse parti degli Stati Uniti, è un fatto generalmente accettato che la città manifesto del jazz sia New Orleans, città della Louisiana e grande porto fluviale sul delta del Mississippi, nei primi anni del 1900.
Lo stile musicale che si sviluppò in questa città nasceva dall'incontro tra culture differenti: immigrati inglesi, spagnoli, francesi venivano a contatto con gli schiavi africani e con i creoli[7], già inseriti nella società francese. Non a caso, il suono originario di New Orleans ha diversi punti in comune con gli stili delle marce militari bandistiche (si noti ad esempio la grande assonanza e la possibilità di interazione tra "Tiger Rag" e "La Marsigliese").
La tradizione vuole che una parte importante fosse giocata dai musicisti formatisi nelle "second line" delle bande che suonavano ai funerali. Durante il viaggio verso il cimitero, la banda "ufficiale" suonava una marcia funebre; dopo la sepoltura, il repertorio diventava considerevolmente più allegro, e la second line, in cui poteva partecipare praticamente chiunque avesse uno strumento e si sentisse di suonarlo in pubblico, si scatenava in una musica estemporanea che avrebbe dato origine alla musica poi chiamata jazz. A fenomeni simili si assisteva durante una tipica kermesse di New Orleans la parata del "Mardi Gras" che inaugura tuttora l'apertura del carnevale.[8]
Fu dunque in questo clima magmatico che nacquero le prime formazioni che suonavano la musica che sarebbe stata chiamata "jass" e poco dopo "jazz". Il primo musicista ad essere indicato come musicista jazz e a cui è spesso attribuito il titolo di "padre del jazz" è Buddy Bolden, che - internato in manicomio nel 1907 - morì nel 1931 senza lasciare registrazioni e poco prima che si iniziasse a riconoscere il suo ruolo pionieristico. Si sa però che un suo gruppo godeva di una certa fama a New Orleans nel 1904; nel 1906 il pianista Jelly Roll Morton - che in seguito avrebbe reclamato per sé la paternità del nuovo genere musicale, dichiarando di averlo inventato nel 1902 - compose il brano "King Porter Stomp", che fu uno dei primi brani jazz a godere di vasta notorietà. Negli anni seguenti, a New Orleans furono create molte formazioni che si dedicarono alla nuova musica: una delle preminenti fu quella capeggiata dal trombettista Joe "King" Oliver, che era chiamato il re ("King") della tromba almeno dal 1915 (come testimoniano manifesti d'epoca). La parola jazz venne stampata da un quotidiano, per la prima volta, nel 1913.
Sidney Bechet
In quegli anni furoreggiava un altro tipo di musica che aveva come protagonisti i musicisti di colore, una musica da ballo che veniva chiamata ragtime, centrata su temi e ritmi quasi bandistici e sostenuta dal virtuosismo del pianoforte, che figurava quasi sempre come strumento solista. Questa passione, che venne chiamata mania, per il ragtime, creò un terreno fertile per la creazione di una classe di musicisti di colore professionisti e acutizzò l'attenzione del pubblico verso la musica che essi producevano: in questo periodo, ragtime e jazz furono spesso contigui e il jazz ricalcava spesso la strumentazione e la struttura ritmica del ragtime (con un prevalere di ritmi bandistici in due quarti).
La prima formazione ad essere conosciuta come complesso jazz, la Original Dixieland Jass Band[9] (O.D.J.B.) era paradossalmente composta da soli bianchi ed era diretta dal trombettista, di origini italiane, Nick La Rocca. La O.D.J.B. suonò per la prima volta il 3 marzo 1916, a Chicago. Il 26 febbraio 1917, la O.D.J.B. registrò per prima, a New York negli studi della Victor Talking Machine Company il brano Livery Stable Blues, il primo brano jazz mai registrato, che per molto tempo valse alla O.D.J.B. il titolo di "inventori del jazz". Nel 1919 il gruppo era già in tourneè a Londra, spargendo fuori dagli Stati Uniti la nuova musica.
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